Stare dietro a tutte le novità che Google sforna settimana dopo settimana è diventato veramente faticoso!
L’ultima trovata si chiama Google Boost, una nuova forma di advertising per le aziende registrate in Google Places.
Vediamo come funziona e quali sono i vantaggi per gli inserzionisti.
Attualmente effettuando una ricerca su google, il motore di ricerca restituisce una prima pagina composta da un elenco di risultati di questo tipo:
- 10 risultati organici
- link sponsorizzati ripartiti fra colonna centrale e colonna di destra
- esercizi commerciali locali all’interno delle google maps
L’immagine di seguito sicuramente chiarisce ancora meglio le mie parole:
Per essere presenti nei 10 risultati organici della serp il proprio sito web deve essere fortemente ottimizzato lato SEO.
Per comparire nei link sponsorizzati bisogna attivare una campagna pay per click su Google Adwords.
Per apparire all’interno delle google maps, basta registrare gratuitamente la propria azienda in Google Places.
Da circa tre giorni le possibilità aumentano, poichè è stato attivato Google BOOST, una forma pubblicitaria, ideata proprio per aiutare le imprese locali a collegarsi con i potenziali clienti della loro zona.
La funzione è per il momento in fase beta e disponibile solo per le imprese locali ubicate a San Francisco, Houston e Chicago.
Come funziona Google Boost
Facciamo un esempio: se siete proprietari di un ristorante a San Francisco che si è iscritto a Boost, il vostro annuncio sponsorizzato potrà apparire quando qualcuno ricerca ristoranti nella zona di San Francisco. Vedi immagine di seguito:
Oltre alle informazioni base, che sono il nome dell’azienda, l’indirizzo, il numero di telefono e il sito web, l’annuncio include anche il numero di recensioni ricevute dagli utenti, una valutazione media in stelle e un link alla relativa Place page per aiutare i potenziali clienti a trovare ulteriori informazioni utili sull’attività locale.
Altro elemento aggiunto da Boost rispetto ai risultati odierni nelle mappe, è la presenza di una bandierina blu, che distingue l’azienda inserzionista rispetto alle altre, in modo da catturare l’attenzione degli utenti.
Il posizionamento nella sezione “Link Sponsorizzati” della pagina dipenderà, come sempre, da fattori come la rilevanza dell’annuncio, la qualità, il budget impostato, etc..
Google specifica anche che Boost non influisce in alcun modo sul ranking del posizionamento gratuito dell’attività.
Creare un annuncio con Google Boost è semplicissimo, è richiesta solo una breve descrizione della tua attività, un sito web o una Place page, le categorie di appartenenza dell’azienda e un budget mensile da destinare ai click.
Fatto ciò, il sistema setta automaticamente la campagna promozionale, scegliendo le parole chiave più rilevanti per fare apparire gli annunci su Google e su Google Maps, cercando di ottenere il massimo con il budget mensile assegnato.
Di seguito riporto l’immagine relativa alla creazione dell’annuncio:
Considerazioni
Sicuramente Boost è un interessante alternativa per pubblicizzarsi su google, che probabilmente riscuoterà anche un discreto successo, ma io trovo che questa “cannibalizzazione” dei risultati gratuiti, a favore dei link sponsorizzati sia esagerata.
E’ ovvio che Google cerchi continuamente nuove fonti di guadagno e quindi di aumentare il numero di link sponsorizzati, ma di questo passo saranno più gli annunci che i risultati organici.
Anche in ottica SEO le implicazioni sono notevoli, poichè rispetto al passato, i tanto ambiti 10 risultati nella prima pagina di google, stanno perdendo appeal verso l’utente.
La statistica effettuata da Chitika che riporto nell’immagine di seguito per esempio, indica la netta differenza di visibilità fra i risultati organici in prima pagina, dove la prima posizione viene cliccata mediamente il 34,35%, mentre la decima riceve solo il 2,71% dei clicks.
Immaginatevi cosa succederà quando ci saranno anche i risultati di Google Boost a rosicchiare questi numeri.
E voi cosa ne pensate a tale proposito? Se volete lasciate un commento compilando il form qui sotto.
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Bel post, mi trovo d’accordo con la tua analisi, google ha invaso le pagina di collegamenti sponsorizzati che giorno dopo giorno diventano più aggressivi a discapito del SEO organico.
Nonostante ciò le statistiche in tale ambito indicano che i risultati organici sono ancora preferiti da oltre l’85% degli utenti, che evidentemente percepiscono una forzatura nei link sponsorizzati.
Ciao Diego e grazie per il tuo commento che casca a fagiolo!
E’ vero, le statistiche fortunatamente sono ancora dalla parte del SEO, poichè indicano una netta preferenza degli utenti per i risultati organici. Questa è la dimostrazione lampante che google adwords e i suoi derivati (tipo google boost), saranno sempre un ottimo strumento di web marketing, ma utilizzati in abbinamento al SEO e non come alternativa.
Enrico, post impeccabile. Ma la domanda sorge spontanea: in quale anno si comincerà ad usare queste potenzialità in maniera massiccia? Secondo te prima o dopo la fine del mondo (2012)? :)
E’ dura…non si conoscono i mezzi. E soprattutto non c’è interesse a scoprirli da parte della categoria albergatori ;)
Caro Danilo, come si dice “chi dorme non piglia pesci”, quindi il peggio è per chi ancora guarda al web marketing con diffidenza. Ma invece sulla perdita d’importanza del SEO nella serp tu come la pensi?
mi trovi daccordo su quasi tutto, solo che vorrei sottolineare che oltre ai siti presenti perchè paganti quindi teoricamente da ignorare per uno che vuole risultati organici che mostrino dati che meritano di stare in alto, dobbiamo costatare che molti siti che stanno in alto (quasi tutti), stanno nelle prime posizioni per una intensa opera di seo promossa dai proprietari dei siti o da agenzie specializzate in seo optimizer, e il mio scritto ne è un esempio, quindi è tragico ma bisognerebbe considerare i siti della seconda pagina, che spesso per query non eccessivamente competitive mostrano veramente chi merita. Personalmente non vado sui siti sponsorizzati, ma quì vige la legge dei grandi numeri e google dal canto suo l’ha capita in pieno e la sfrutta a dovere. e certamente con questa ultima trovata lo conferma.
Costa di agriturismosearch
Salve Costa, a mio modo di vedere non c’è nulla di male nei risultati organici che si trovano in prima pagina grazie all’ottimizzazione SEO, se sono li vuol dire che il contenuto è sicuramente attinente con la ricerca effettuata dall’utente. Anche io solitamente non clicco sui pay per click, e la questione che ho sollevato in questo post riguarda proprio lo sbilanciamento sempre maggiore di questi ultimi a danno dei risultati organici.
Io penso che google non possa permettersi che la prima pagina venga monopolizzate dalle inserzioni a pagamento, all’epoca degli albori del web è stato proprio google a spazzare via i concorrenti portando contenuti di qualità in prima pagina non spazzatura pubblicitaria… Non penso che possa rinnegare la sua filosofia e ridare slancio a concorrenti che attualmente non esistono.
Ciao Antonio, come te mi auguro che gli annunci non prendano mai il sopravvento sulla serp organica, ma google ultimamente si sta lasciando prendere la mano….. Stiamo a vedere cosa succederà!